Il nuovo sistema di abbonamento per i lettori di e-book, denominato "Kindle unlimited" rischia nel tempo di limitare la nostra libertà di conoscenza.

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I meriti di Jeff Bezos e dei suoi collaboratori in Amazon in merito alla diffuzione dell'e-book sono indiscutibili e bilanciano senz'altro i demeriti, ovvero tutte quelle scelte che negli anni non abbiamo mancato di sottolineare. È ovvio che chi lavora per l'azienda si Seattle ha in mente per prima cosa il Business for Business, ma occupandosi di un mercato importante e al contempo fragile come quello della Cultura (libri, musica e film) ci piacerebbe che il suo passo fosse più delicato e soprattutto più ponderato.
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Non siamo particolarmente infastiditi dal vedere sulla vetrina online di Amazon posti accanto libri e scarpe da Jogging, non siamo intellettuali spocchiosi e sappiamo quindi benissimo che il profitto che si può ricavare dalla Cultura, da solo, non potrebbe mai sostenere la "baracca Amazon"... Ma vi sono scelte commerciali che se a breve termine sembrano innoque e al contempo sembrano garantire al signor Bezos un incremento dei fatturati, alla lunga, negli anni che verranno rischiano di dimostrarsi un Boomerang non solo per noi, semplici clienti del suo Bookshop, ma anche per lui.
L'errore forse sta nel suo punto di vista, quel pragmatismo così caro a tutta la cultura americana, che qui in Europa non ha mai davvero attecchito, neanche quando ci siamo messi in testa di imparare quelle regole del loro marketing che sembravano indispensabili...
Forse il signor Bezos, una volta tanto, dovrebbe prendersi un paio di consulenti in strategia dal vecchio Continente, e provare ad ascoltarli. Capire che la libertà di scelta per il Lettore, per la persona che lavora nel Cultura è necessaria e preziosa. Capire che a tutte queste persone non si può ammollare un bel pacchetto preconfezionato di letture, dove la scelta è fatta da qualcun altro, in modo arbitrario o persino peggio, in base a un qualche algoritmo.
Se la Cultura dev'essere per tutti, questo non significa che può essere "massificata". 
Leggere è una scelta sottilmente individuale, una scelta cosciente e libera che ognuno di noi deve poter essere libero di fare, indipendentemente dai Best Seller che dominano le classifiche di vendita e i numeri del Business.Maine de Biran

Noi, esseri umani, NON siamo tutti uguali pur nascendo "quasi" tutti con le stesse potenzialità. A tutti devono essere date uguali opportunità, ma se Pippo decide di impiegare il suo tempo libero andando solo al mare e Beppe invece a leggere, se questi due a vent'anni saranno persone "differenti" tra loro, noi non potremo rifilargli gli stessi libri, perché vanno per la maggiore. Lei non può Mr Bezos.
E, sa, io voglio rileggere un autore che ho apprezzato molto, un certo Maine de Biran. Ma nel suo pur fornitissimo Bookshop localizzato per il mio Paese, la piccola Italia, non trovo nulla a firma di questo filosofo francese, solo qualche saggio su di lui, o testi in altre lingue. Vede i suoi limiti gentile Mr Bezos?...
F.P.M.

Sul Corriere della Sera, a questo proposito, c'è l'interssante articolo di Massimo Sideri →