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Da anni (dal 2003 e con registrazione come testata giornalistica dal 2004) Leggereonline News si occupa di libri e lettura e da oltre due anni segue e spiega il fenomeno dell'editoria digitale...

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Da qualche settimana, la redazione guidata dalla scrittrice Flaminia P. Mancinelli ha deciso di aprire uno spazio particolare per tutti quegli autori che si definiscono Indie o Self Publisher, che editano quindi in modo autonomo (in digitale o in cartaceo autoprodotti) bypassando le case editrici tradizionali. L'abbiamo incontrata per rivolgerle qualche domanda.

Come mai la vostra scelta di "recensire" questi autori Self Publisher?
Ha mai fatto caso alle recensioni che girano sui giornali, cartacei o online? A quali libri si riferiscono?
Sempre e soltanto a libri cartacei. Sembra che il diritto a una recensione sia off limits per chi pubblica solo in digitale e fpmsoprattutto se si tratta di un autore Indie. Perché? Mi sono posta questa domanda e le risposte opinabili che potevo darmi non mi sono piaciute, affatto. Casta dei salotti della cultura, casta delle case editrici, favoritismi, do ut des, spocchia dei recensori...
Insomma, comunque "la giravo" la questione aveva aculei molto pungenti.
Ma soprattutto quest'usanza tutta italiana non mi piaceva. Così mi sono rimboccata le maniche ed ho dato inizio a questa pericolosa relazione tra la mia rivista e i Self Publisher made in Italy.

E la risposta, c'è stata?
Se si riferisce agli scrittori, direi senz'altro di sì; entusiastica e molto affettuosa, collaborativa. Ma, ed era ciò che più mi interessava, il pubblico dei lettori ha inizato a incuriosirsi, a cercare di indagare, ad avvicinarsi a questo fantastico pianeta. Mi faccia aprire una piccola parentesi... In Italia siamo in grave ritardo con quella che viene definita l'"alfabetizzazione informatica", cioè, rispetto al resto del mondo, i Governi che si sono succeduti alla guida del nostro Paese si sono dimostrati per decenni del tutto indifferenti alla necessità di insegnare agli Italiani l'uso dell'informatica così come non si sono preoccupati di realizzare Reti efficienti o di installare la "banda larga". Un Gap che si riflette oggi in un divario insuperabile anche per le nostre aziende. 
L'editoria digitale, che in realtà è un vecchio sogno dell'uomo, nato negli USA addirittura negli anni Settanta, presuppone l'utilizzo di device, la conoscenza del Web e dell'abc dell'Information Communication Technology. Quindi è difficile per un lettore che non ha particolari conoscenze in materia avvicinarsi a un "e-book".
Ma questo non assolve di certo i "recensori" per il silenzio su questa parte della cultura italiana. Non scrivere, non parlare, infine non recensire gli autori Indie è un grave peccato di omissione, di cui percepiremo i danni nei prossimi anni, certo, ma che già oggi complicano la vita e il lavoro di decine e decine di autori Indie, misconosciuti, lasciati nell'ombra, ignorati.

Qual è la qualità letteraria degli autori che le è capitato di leggere?
Se le rispondo "identica a quella della maggior parte degli autori pubblicati dalle case editrici classiche", la spavento? Eppure è così. Ormai, sia per mio interesse personale sia per la rubrica della rivista, ne ho letti diverse decine e, basandomi sulla mia esperienza devo confessarle che non sono né migliori né peggiori di quelli che tradizionalmente arrivano sui banconi delle librerie italiane. Alcuni, anzi, non essendo passati sotto le grinfie di editor o sedicenti tali, sono persino migliori, più intriganti, meno omologati.

Cosa hanno in comune? 
La maggior parte di quelli che ho letto, una grande capacità narrativa. Una forza naïf  che in alcuni casi è davvero entusiasmante. Li si continuerebbe a leggere per settimane...  Poi sono molto scanzonati, almeno molti di loro: vista l'aria che tira sono rassegnati a considerarlo solo un hobby, e a riservargli le ore che sacrificano al sonno.
Ed è questo, forse, ciò che mi inquieta di più di queste Cenerentole della cultura, e che mi sprona a continuare nel mio impegno.
La gente deve smetterla di pensare che i Self Publisher sono autori di serie B, sfigati rifiutati dalle case editrici tradizionali.
Certo la stampa su carta, proprio per il nostro Gap culturale, in Italia è ancora utile per raggiungere un maggior numero di lettori, ma il pubblico deve capire che non è il supporto a fare la differenza, non è il marchio di un editore apposto su una copertina a fare di un testo un Libro. 
Io ho un sogno, come diceva il grande Martin Luther King, che un giorno le storie viaggino libere sul Web e che i lettori possano decretare il successo e il guadagno degli autori senza alcun mediatore.

Per dare una traccia, dove ti trovano? Come possono contattarti?
Sul sito della rivista c'è una sezione dedicata → a questi autori e il mio indirizzo email è Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Con calma, perché sono tanti, ma rispondiamo sempre a chi ci scrive, se non lo facciamo è solo perché l'e-mail non ci è arrivata.
... E chi proprio ci invia qualcosa di "brutto", beh... facciamo finta di non averlo letto, e nel caso scriviamo le nostre opinioni in privato.
La Redazione

 

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